TEST
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE600K | KIT PER SIEROPROTEINE ED URINE CONCENTRATE | 13 | 130 |
SRE601K | 26 | 260 | |
SRE636K | 39 | 390 | |
SRE602K | KIT PER SIEROPROTEINE β1-β2 ED URINE CONCENTRATE | 13 | 130 |
SRE603K | 26 | 260 | |
SRE637K | 39 | 390 | |
SRE627K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE IN VIOLETTO ACIDO | 2 | 20 |
SRE628K | 4 | 40 | |
SRE639K | 6 | 60 | |
SRE623K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE IN BLU ACIDO | 2 | 20 |
SRE624K | 4 | 40 | |
SRE643K | 6 | 60 | |
SRE629K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE PENTAVALENTE | 6 | 60 |
SRE630K | 12 | 120 | |
SRE625K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE DI BENCE-JONES | 2 | 20 |
SRE626K | 4 | 40 | |
SRE640K | 6 | 60 | |
SRE607K | KIT PER PROTEINE AD ALTA RISOLUZIONE | 13 | 130 |
SRE604K | KIT PER EMOGLOBINE ALCALINE | 13 | 130 |
SRE605K | KIT PER EMOGLOBINE ACIDE | 13 | 130 |
SRE606K | KIT PER LIPOPROTEINE | 13 | 130 |
SRE621K | 26 | 260 | |
SRE612K | KIT PER ISOENZIMI LDH | 13 | 130 |
SRE610K | KIT PER ISOENZIMI ALP | 13 | 130 |
SRE611K | KIT PER ISOENZIMI CK | 13 | 130 |
SRE622K | KIT PER ISOELETTROFOCALIZZAZIONE DEL CSF | 6 | 60 |
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE600K | KIT PER SIEROPROTEINE ED URINE CONCENTRATE | 13 | 130 |
SRE601K | 26 | 260 | |
SRE636K | 39 | 390 |
Destinazione dâuso
I kit per lâElettroforesi delle Proteine del Siero e delle urine concentrate permettono di separare le proteine del siero umano e delle urine concentrate mediante elettroforesi su piastre di gel dâagarosio.
I fluidi biologici del corpo umano contengono una miscela di diverse proteine e complessi proteici che svolgono funzioni specifiche nei processi vitali. Le concentrazioni delle diverse proteine nel siero sono strettamente correlate alle condizioni generali di salute e malattia. Infatti, la composizione qualitativa e quantitativa delle oltre cento proteine contenute nel siero può variare notevolmente a seconda delle condizioni fisiologiche e patologiche.
Tra le diverse tecniche disponibili per la separazione delle proteine, lâelettroforesi su gel di agarosio è una tecnica versatile e ben consolidata che occupa un ruolo essenziale nelle analisi di routine dei laboratori clinici. Il metodo piĂš conosciuto per lâanalisi elettroforetica delle proteine è lâelettroforesi zonale, una tecnica basata sulla separazione delle proteine su un supporto. Lâelettroforesi delle proteine del siero effettuata su gel di agarosio a pH alcalino permette di separare le proteine del siero in 5 bande: lâalbumina e quattro globuline, ciascuna contenente tipi differenti di proteine, denominate alfa1 (Îą1), alfa2 (Îą2), beta (β) e gamma (Îł). Le variazioni qualitative e/o quantitative, evidenziate mediante ispezione visiva e densitometrica, forniscono informazioni che costituiscono un utile supporto nella diagnosi di laboratorio di molte patologie. L’elettroforesi delle proteine sieriche è una tecnica di screening rapida utile all’identificazione iniziale delle bande monoclonali, e viene spesso utilizzata per identificare le gammopatie monoclonali. Lâelettroforesi delle proteine urinarie permette di individuare il tipo di danno renale in base alla composizione qualitativa e alla posizione delle bande nel tracciato. Confrontando le posizioni delle bande proteiche delle urine con quelle del tracciato delle proteine del siero, incluso nellâanalisi come riferimento, è possibile identificare le proteinurie di tipo glomerulare, tubulare, miste e quelle dovute alla presenza di proteine di Bence-Jones.
Principio del test
Lâelettroforesi permette di separare le proteine del siero e delle urine concentrate in base alla loro diversa mobilitĂ elettroforetica quando vengono sottoposte allâazione di un campo elettrico. Ogni proteina, infatti, possiede una carica elettrica dovuta alla presenza di gruppi carichi positivamente o negativamente. La carica netta definisce le caratteristiche della migrazione elettroforetica di ciascuna specie proteica ad un determinato valore di pH. Con la metodica Interlab le proteine vengono separate a pH alcalino mediante elettroforesi zonale su piastre di gel di agarosio. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Acid Blue, decolorata ed asciugata. I tracciati vengono quindi sottoposti a scansione, ed è possibile visualizzare i risultati densitometrici insieme al grafico.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE602K | KIT PER SIEROPROTEINE β1-β2 ED URINE CONCENTRATE | 13 | 130 |
SRE603K | 26 | 260 | |
SRE637K | 39 | 390 |
Destinazione dâuso
I kit per lâElettroforesi delle Proteine del Siero e delle urine concentrate permettono di separare le proteine del siero umano e delle urine concentrate mediante elettroforesi su piastre di gel dâagarosio.
I fluidi biologici del corpo umano contengono una miscela di diverse proteine e complessi proteici che svolgono funzioni specifiche nei processi vitali. Le concentrazioni delle diverse proteine nel siero sono strettamente correlate alle condizioni generali di salute e malattia. Infatti, la composizione qualitativa e quantitativa delle oltre cento proteine contenute nel siero può variare notevolmente a seconda delle condizioni fisiologiche e patologiche.
Tra le diverse tecniche disponibili per la separazione delle proteine, lâelettroforesi su gel di agarosio è una tecnica versatile e ben consolidata che occupa un ruolo essenziale nelle analisi di routine dei laboratori clinici. Il metodo piĂš conosciuto per lâanalisi elettroforetica delle proteine è lâelettroforesi zonale, una tecnica basata sulla separazione delle proteine su un supporto. Lâelettroforesi delle proteine del siero effettuata su gel di agarosio a pH alcalino permette di separare le proteine del siero in 6 bande: lâalbumina e cinque globuline, ciascuna contenente tipi differenti di proteine, denominate alfa 1 (Îą1), alfa 2 (Îą2), beta 1 (β1), beta 2 (β2) e gamma (Îł). Le variazioni qualitative e/o quantitative, evidenziate mediante ispezione visiva e densitometrica, forniscono informazioni che costituiscono un utile supporto nella diagnosi di laboratorio di molte patologie. L’elettroforesi delle proteine sieriche è una tecnica di screening rapida utile all’identificazione iniziale delle bande monoclonali, e viene spesso utilizzata per identificare le gammopatie monoclonali. Lâelettroforesi delle proteine urinarie permette di individuare il tipo di danno renale in base alla composizione qualitativa e alla posizione delle bande nel tracciato. Confrontando le posizioni delle bande proteiche delle urine con quelle del tracciato delle proteine del siero, incluso nellâanalisi come riferimento, è possibile identificare le proteinurie di tipo glomerulare, tubulare, miste e quelle dovute alla presenza di proteine di Bence-Jones.
Principio del test
Lâelettroforesi permette di separare le proteine del siero e delle urine concentrate in base alla loro diversa mobilitĂ elettroforetica quando vengono sottoposte allâazione di un campo elettrico. Ogni proteina, infatti, possiede una carica elettrica dovuta alla presenza di gruppi carichi positivamente o negativamente. La carica netta definisce le caratteristiche della migrazione elettroforetica di ciascuna specie proteica ad un determinato valore di pH. Con la metodica Interlab le proteine vengono separate a pH alcalino mediante elettroforesi zonale su piastre di gel di agarosio. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Blu Acido, decolorata ed asciugata. I tracciati vengono quindi sottoposti a scansione, ed è possibile visualizzare i risultati densitometrici insieme al grafico.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE627K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE IN VIOLETTO ACIDO | 2 | 20 |
SRE628K | 4 | 40 | |
SRE639K | 6 | 60 |
Destinazione dâuso
I kit per lâImmunofissazione consentono lâidentificazione qualitativa di proteine monoclonali nel siero umano. Lâimmunofissazione è una tecnica diagnostica usata come supporto allâindividuazione di gammopatie monoclonali.
Le proteine monoclonali (paraproteine, M-proteine, immunoglobuline monoclonali) si evidenziano sul quadro elettroforetico con lâaspetto di bande anomale, principalmente localizzate nelle zone delle gamma globuline e beta globuline. Quando a seguito della migrazione elettroforetica si osservano picchi anomali sui tracciati che suggeriscono una potenziale presenza di immunoglobuline monoclonali, i kit di Immunofissazione vengono utilizzati con lo scopo di confermare la presenza di bande monoclonali e di tipizzare la paraproteina.
Principio del test
L’elettroforesi proteica si basa sulla capacitĂ di separare proteine sieriche mediante il passaggio di corrente elettrica attraverso una soluzione elettrolitica appropriata e un mezzo di supporto solido come l’agarosio. Il principio dellâimmunofissazione si basa sulla visualizzazione di proteine specifiche mediante la formazione del precipitato antigene-anticorpo successivamente alla separazione elettroforetica.
Il siero del paziente con sospetta gammopatia monoclonale viene applicato su sei piste separate sulla piastra di gel dâagarosio. Le proteine piĂš importanti vengono separate mediante lâelettroforesi su gel dâagarosio a pH alcalino. Al termine della migrazione, una delle piste viene trattata con una soluzione fissativa per precipitare tutte le proteine ed ottenere un tracciato di riferimento. Le altre piste, invece, vengono trattate con antisieri che presentano diversa specificitĂ di legame con i domini proteici delle immunoglobuline umane: anti- Îł (lega le catene pesanti Îł [IgG], anti-Îź (lega le catene pesanti Îź [Ig M]), anti-Îą (lega le catene pesanti Îą [Ig A]), anti-Îş (lega le catene leggere Îş) e anti-Îť (lega le catene leggere Îť). Lâinterazione tra lâantigene (lâimmunoglobulina monoclonale del campione) e lâanticorpo dellâantisiero porterĂ alla formazione di un complesso insolubile evidenziabile come banda di precipitato, a condizione che la proporzione tra anticorpi ed antigeni sia appropriata. LâentitĂ della precipitazione dipende dalla temperatura, dal pH e dalla forza ionica della soluzione. Dopo lâincubazione con antisieri e fissativo, il gel dâagarosio viene sottoposto a dei âblottingâ per rimuovere lâeccesso di antisieri. La piastra di gel dâagarosio viene quindi essiccata, sottoposta ad un ciclo di lavaggio per rimuovere lâeccesso di proteine non precipitate, colorata con Violetto Acido, decolorata ed asciugata. Il confronto delle posizioni della banda immunofissata con quella della sospetta componente monoclonale nel tracciato di riferimento permette di valutare lâidentitĂ biochimica della proteina.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE623K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE IN BLU ACIDO | 2 | 20 |
SRE624K | 4 | 40 | |
SRE643K | 6 | 60 |
Destinazione dâuso
I kit per lâImmunofissazione consentono lâidentificazione qualitativa di proteine monoclonali nel siero umano. Lâimmunofissazione è una tecnica diagnostica usata come supporto allâindividuazione di gammopatie monoclonali.
Le proteine monoclonali (paraproteine, M-proteine, immunoglobuline monoclonali) si evidenziano sul quadro elettroforetico con lâaspetto di bande anomale, principalmente localizzate nelle zone delle gamma globuline e beta globuline. Quando a seguito della migrazione elettroforetica si osservano picchi anomali sui tracciati che suggeriscono una potenziale presenza di immunoglobuline monoclonali, i kit di Immunofissazione vengono utilizzati con lo scopo di confermare la presenza di bande monoclonali e di tipizzare la paraproteina.
Principio del test
L’elettroforesi proteica si basa sulla capacitĂ di separare proteine sieriche mediante il passaggio di corrente elettrica attraverso una soluzione elettrolitica appropriata e un mezzo di supporto solido come l’agarosio. Il principio dellâimmunofissazione si basa sulla visualizzazione di proteine specifiche mediante la formazione del precipitato antigene-anticorpo successivamente alla separazione elettroforetica.
Il siero del paziente con sospetta gammopatia monoclonale viene applicato su sei piste separate sulla piastra di gel dâagarosio. Le proteine piĂš importanti vengono separate mediante lâelettroforesi su gel dâagarosio a pH alcalino. Al termine della migrazione, una delle piste viene trattata con una soluzione fissativa per precipitare tutte le proteine ed ottenere un tracciato di riferimento. Le altre piste, invece, vengono trattate con antisieri che presentano diversa specificitĂ di legame con i domini proteici delle immunoglobuline umane: anti- Îł (lega le catene pesanti Îł [IgG], anti-Îź (lega le catene pesanti Îź [Ig M]), anti-Îą (lega le catene pesanti Îą [Ig A]), anti-Îş (lega le catene leggere Îş) e anti-Îť (lega le catene leggere Îť). Lâinterazione tra lâantigene (lâimmunoglobulina monoclonale del campione) e lâanticorpo dellâantisiero porterĂ alla formazione di un complesso insolubile evidenziabile come banda di precipitato, a condizione che la proporzione tra anticorpi ed antigeni sia appropriata. LâentitĂ della precipitazione dipende dalla temperatura, dal pH e dalla forza ionica della soluzione. Dopo lâincubazione con antisieri e fissativo, il gel dâagarosio viene sottoposto a dei âblottingâ per rimuovere lâeccesso di antisieri. La piastra di gel dâagarosio viene quindi essiccata, sottoposta ad un ciclo di lavaggio per rimuovere lâeccesso di proteine non precipitate, colorata con Blu Acido, decolorata ed asciugata. Il confronto delle posizioni della banda immunofissata con quella della sospetta componente monoclonale nel tracciato di riferimento permette di valutare lâidentitĂ biochimica della proteina.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE629K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE PENTAVALENTE | 6 | 60 |
SRE630K | 12 | 120 |
Destinazione dâuso
I kit per lâImmunofissazione Pentavalente consentono lâidentificazione qualitativa di proteine monoclonali nel siero umano. Lâimmunofissazione è una tecnica diagnostica usata come supporto allâindividuazione di gammopatie monoclonali. Le proteine monoclonali (paraproteine, M-proteine, immunoglobuline monoclonali) si evidenziano sul quadro elettroforetico con lâaspetto di bande anomale, principalmente localizzate nelle zone delle gamma globuline e beta globuline. Quando a seguito della migrazione elettroforetica si osservano picchi anomali sui tracciati che suggeriscono una potenziale presenza di immunoglobuline monoclonali, i kit di Immunofissazione Pentavalente vengono utilizzati con lo scopo di confermare la presenza di bande monoclonali o di individuare bande monoclonali eventualmente nascoste da regolari sieroproteine.
Principio del test
L’elettroforesi proteica si basa sulla capacitĂ di separare proteine sieriche mediante il passaggio di corrente elettrica attraverso una soluzione elettrolitica appropriata e un mezzo di supporto solido come l’agarosio. Il principio dellâimmunofissazione si basa sulla visualizzazione di proteine specifiche mediante la formazione del precipitato antigene-anticorpo successivamente alla separazione elettroforetica.
Il siero del paziente con sospetta gammopatia monoclonale viene applicato su due piste separate sulla piastra di gel dâagarosio. Le proteine piĂš importanti vengono separate mediante lâelettroforesi su gel dâagarosio a pH alcalino. Al termine della migrazione, una delle piste viene trattata con una soluzione fissativa per precipitare tutte le proteine ed ottenere un tracciato di riferimento (ELP). Lâaltra pista, invece, viene trattata con lâantisiero pentavalente che presenta specificitĂ di legame con i seguenti domini proteici delle immunoglobuline umane: anti- Îł (lega le catene pesati Îł [IgG], anti-Îź (lega le catene pesanti Îź [Ig M]), anti-Îą (lega le catene pesanti Îą [Ig A]), anti-Îş (lega le catene leggere Îş libere e legate) e anti-Îť (lega le catene leggere Îť libere e legate). Lâinterazione tra lâantigene (lâimmunoglobulina monoclonale del campione) e lâanticorpo dellâantisiero porterĂ alla formazione di un complesso insolubile evidenziabile come banda di precipitato, a condizione che la proporzione tra anticorpi ed antigeni sia appropriata. In questo modo la seconda pista rileverĂ in modo semplice e rapido la presenza o lâassenza di componenti monoclonali. LâentitĂ della precipitazione dipende dalla temperatura, dal pH e dalla forza ionica della soluzione. Dopo lâincubazione con antisiero Pentavalente e fissativo, il gel dâagarosio viene sottoposto a dei âblottingâ per rimuovere lâeccesso di antisieri. La piastra di gel dâagarosio viene essiccata, sottoposta ad un ciclo di lavaggio per rimuovere lâeccesso di proteine non precipitate, colorata con Violetto Acido, decolorata ed asciugata.
Il confronto delle posizioni della banda immunofissata con quella della sospetta componente monoclonale nel tracciato di riferimento ELP permette di valutare lâidentitĂ biochimica della proteina e confermare lâeffettiva presenza o assenza della proteina monoclonale.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE625K | KIT PER IMMUNOFISSAZIONE DI BENCE-JONES | 2 | 20 |
SRE626K | 4 | 40 | |
SRE640K | 6 | 60 |
Destinazione dâuso
I kit per lâimmunofissazione Bence-Jones permettono lâidentificazione qualitativa delle proteine di Bence-Jones nelle urine umane non concentrate. Lâimmunofissazione di Bence-Jones è una tecnica diagnostica usata come supporto allâindividuazione e monitoraggio di gammopatie monoclonali e alla caratterizzazione della proteinuria urinaria.â
Lâurina è formata dallâultrafiltrazione del plasma attraverso le pareti dei capillari glomerulari, che agiscono da filtro sulle proteine plasmatiche in base alla loro grandezza, configurazione e carica elettrica. Solo le molecole con massa molecolare minore di 50 kDa oltrepassano la barriera glomerulare ma sono riassorbite dalle cellule del tubulo prossimale, digerite da enzimi in amminoacidi per poi ritornare nel flusso sanguigno.
Le proteine di Bence-Jones sono catene leggere monoclonali libere che possono oltrepassare la barriera glomerulare, data la loro bassa massa molecolare. Una volta saturato il meccanismo del riassorbimento tubulare, questo eccesso proteico viene escreto nelle urine. Le tecniche immunoelettroforetiche consentono la caratterizzazione delle due caratteristiche patognomoniche delle catene leggere: la monoclonalitĂ e l’assenza di catene pesanti. Quando a seguito della migrazione elettroforetica urinaria si osservano picchi anomali sui tracciati nella zona delle gamma globuline o beta globuline, i kit di immunofissazione Bence-Jones vengono utilizzati per identificare la possibile presenza di Proteine di Bence-Jones.
I kit Interlab SRE625K, SRE626K e SRE640K per lâimmunofissazione delle proteine di Bence-Jones possono essere utilizzati in combinazione con:
- SCE280M: Kit Antisieri B-J e Fissativo
- SCE639M: Kit Antisieri per Profilo Urinario Completo e Fissativo
Principio del test
L’elettroforesi proteica si basa sulla capacitĂ di separare proteine sieriche mediante il passaggio di corrente elettrica attraverso una soluzione elettrolitica appropriata e un mezzo di supporto solido come l’agarosio. Il principio dellâimmunofissazione si basa sulla visualizzazione di proteine specifiche mediante la formazione del precipitato antigene-anticorpo successivamente alla separazione elettroforetica.
Le urine dei pazienti vengono applicate su piste separate sulla piastra di gel dâagarosio. Le proteine piĂš importanti vengono separate mediante lâelettroforesi su gel dâagarosio a pH alcalino. Al termine della migrazione, una delle piste viene trattata con una soluzione fissativa per precipitare tutte le proteine ed ottenere un tracciato di riferimento. Le altre piste, invece, vengono trattate con antisieri con differente specificitĂ .
Per quanto riguarda i Kit IFE BJ SRE625K, SRE626K, SRE640K usati in combinazione con il kit SCE280M, gli antisieri utilizzati sono i seguenti: anti-Trivalente (lega le catene pesati Îł, Îź e Îą [GAM]), anti-Îş (lega le catene leggere libere e legate Îş [k tot]), anti-Îť (lega le catene leggere libere e legate Îť [Îť tot]), anti-k free (lega le catene leggere libere k) e anti-Îť free (lega le catene leggere libere Îť).
Per quanto riguarda i Kit IFE BJ SRE625K, SRE626K, SRE640K usati in combinazione con il kit SCE639M, gli antisieri utilizzati sono i seguenti: anti-Mid Low MW Proteins (lega le proteine tubulari), Anti-Mid High MW Proteins (lega le proteine glomerulari), anti-Bivalente (lega le catene leggere libere e legate K e Îť), anti-k free (lega le catene leggere libere k) e anti-Îť free (lega le catene leggere libere Îť).
Lâinterazione tra lâantigene (lâimmunoglobulina del campione) e gli anticorpi degli antisieri porterĂ alla formazione di un complesso insolubile evidenziabile con una banda di precipitato, a condizione che la proporzione tra anticorpi ed antigeni sia appropriata. LâentitĂ della precipitazione dipende dalla temperatura, dal pH e dalla forza ionica della soluzione. Dopo lâincubazione con antisieri e fissativo, il gel dâagarosio viene sottoposto a dei âblottingâ per rimuovere lâeccesso di proteine. La piastra di gel dâagarosio viene quindi essiccata, sottoposta ad un ciclo di lavaggio per rimuovere lâeccesso di proteine non precipitate, colorata con Violetto Acido, decolorata ed asciugata.
Il confronto delle posizioni della banda immunofissata con quella della sospetta componente monoclonale nel tracciato di riferimento permette di valutare lâidentitĂ biochimica della proteina, sia essa immunoglobulina completa oppure una catena leggera non legata.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
---|---|---|---|
SRE607K | KIT PER PROTEINE AD ALTA RISOLUZIONE | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâElettroforesi delle Proteine ad alta risoluzione permette di separare le proteine del siero e dellâurina mediante elettroforesi su piastre di gel dâagarosio. Le proteine, separate in bande distinte nel tracciato elettroforetico, vengono sottoposte ad ispezione visiva per lâidentificazione di profili anomali, che includono sia le variazioni qualitative delle bande che la comparsa di nuove bande nel tracciato.
La tecnica in alta risoluzione impiegata per lâanalisi delle proteine del siero permette di migliorare ulteriormente la risoluzione di quelle componenti proteiche che richiedono un livello piĂš approfondito di indagine. La caratterizzazione dei fenotipi della alfa 2 macroglobulina, cioè della componente anodica della frazione alfa 2, le varianti della transferrina e lâindividuazione delle componenti oligoclonali a bassa concentrazione, rappresentano alcuni esempi della applicazione di questa metodica per lâanalisi dettagliata delle proteine del siero.
Le proteine urinarie derivano principalmente dalle proteine plasmatiche che filtrano attraverso il rene. Normalmente esiste un sistema di filtrazione che impedisce in modo molto efficiente il passaggio delle proteine di elevato peso molecolare attraverso il glomerulo, cioè la struttura base di filtrazione nel rene. Le proteine di basso peso molecolare possono passare liberamente e la maggior parte di loro viene riassorbita nel tubulo.
La condizione di incremento della concentrazione proteica nellâurina, anche detta proteinuria, o la presenza di proteine plasmatiche anomale nel tracciato elettroforetico dellâurina è di notevole importanza nella valutazione della funzione renale o nella identificazione di altre condizioni patologiche. La proteinuria viene spesso associata a ridotto riassorbimento tubulare, ma nella maggior parte dei casi deriva da problemi associati ad una ridotta permeabilitĂ del glomerulo. Lâelettroforesi dellâurina in gel dâagarosio è un metodo efficace per individuare proteine anomale nelle urine. Le bande normali ed anomale nellâurina vengono identificate confrontando la loro posizione con quella delle bande di un tracciato sieroproteico, utilizzato come riferimento.
Principio del test
Lâelettroforesi permette di separare le proteine in base alla loro diversa mobilitĂ elettroforetica quando vengono sottoposte allâazione di un campo elettrico. Ogni proteina possiede una carica elettrica dovuta alla presenza di gruppi carichi positivamente o negativamente. La carica netta definisce le caratteristiche della migrazione elettroforetica di ciascuna specie proteica ad un determinato valore di pH. Con la metodica della Interlab per le proteine H.R. le proteine vengono separate a pH alcalino mediante elettroforesi zonale su piastre di gel di agarosio. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Violetto Acido, decolorata ed asciugata. Lâispezione visiva dei tracciati viene effettuata per individuare, nel caso dellâanalisi delle urine, la presenza di proteine di origine glomerulare, tubulare o di origine mista e le bande monoclonali, incluse le immunoglobuline intatte e le catene leggere libere.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE604K | KIT PER EMOGLOBINE ALCALINE | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâElettroforesi delle Emoglobine Alcaline permette lâanalisi qualitativa e semiquantitativa delle emoglobine normali e anomale, o varianti, mediante elettroforesi su piastre di gel dâ agarosio. Il test elettroforetico viene effettuato a pH alcalino e fornisce un metodo valido per lo screening dei tracciati emoglobinici. La densitometria del tracciato permette la valutazione quantitativa delle bande di emoglobina.
Lâemoglobina (Hb) è una proteina presente nei globuli rossi che svolge un ruolo fondamentale come molecola di trasporto dellâossigeno che viene legato nei polmoni e distribuito agli organi e ai tessuti allo scopo di mantenere la vitalitĂ cellulare.
La molecola di emoglobina è un tetramero che contiene due tipi diversi di proteine chiamate globine che vengono assemblate a coppie. La globina di tipo Îą è sempre presente nellâemoglobina normale; lâaltro tipo di globina (indicata con β, δ, Îł etc.) definisce le diverse molecole di emoglobina e ne caratterizza la funzione biologica. Ogni catena globinica lega un piccolo gruppo eme che contiene un atomo di ferro (Fe).
Nei globuli rossi di un adulto sano esistono tre tipi diversi di emoglobina. La HbA è il tipo predominante mentre la HbA2 e la HbF sono presenti a concentrazioni molto basse.
Mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi dellâemoglobina causano la produzione di varianti emoglobiniche, con variazioni qualitative della loro struttura molecolare, che possono produrre un gruppo di condizioni patologiche definite emoglobinopatie.
Le varianti emoglobiniche piĂš frequenti sono la HbS e la HbC. Ă possibile rivelare la presenza di altre varianti quali la Hb Lepore, la HbE, la HbG-Philadelphia, la HbD-Los Angeles e la HbO-Arab. La diminuzione o la variazione della velocitĂ di sintesi di una delle catene emoglobiniche porta a cambiamenti quantitativi della concentrazione ematica dellâemoglobina, causando un insieme di patologie note come talassemie.
Delle seicento varianti emoglobiniche umane finora identificate, circa un quarto presenta una carica netta sulla proteina che permette di separarle mediante elettroforesi su gel dâagarosio a pH alcalino.
Principio del test
Le emoglobine normali e la maggior parte delle varianti presentano ciascuna una diversa mobilitĂ elettroforetica ed è possibile risolverle in base alla loro carica netta mediante elettroforesi su piastra di gel dâagarosio con tampone alcalino. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Blue Acido, decolorata ed asciugata. I tracciati vengono quindi sottoposti a scansione, ed è possibile visualizzare i risultati densitometrici insieme al grafico.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE605K | KIT PER EMOGLOBINE ACIDE | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâElettroforesi delle Emoglobine Acide permette di effettuare lâanalisi qualitativa per lâidentificazione delle emoglobine normali e anomale, o varianti, mediante elettroforesi su piastre di gel dâ agarosio. Il test elettroforetico viene effettuato a pH acido e si basa sullâeffetto delle interazioni tra lâagarosio e le molecole di emoglobina.
Lâemoglobina (Hb) è una proteina presente nei globuli rossi che svolge un ruolo fondamentale come molecola di trasporto dellâossigeno che viene legato nei polmoni e distribuito agli organi e ai tessuti allo scopo di mantenere la vitalitĂ cellulare.
La molecola di emoglobina è un tetramero che contiene due tipi diversi di proteine chiamate globine che vengono assemblate a coppie. La globina di tipo Îą è sempre presente nellâemoglobina normale; lâaltro tipo di globina (indicata con β, δ, Îł etc.) definisce le diverse molecole di emoglobina e ne caratterizza la funzione biologica. Ogni catena globinica lega un piccolo gruppo eme che contiene un atomo di ferro (Fe).
Nei globuli rossi di un adulto sano esistono tre tipi diversi di emoglobina. La HbA è il tipo predominante mentre la HbA2 e la HbF sono presenti a concentrazioni molto basse.
Mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi dellâemoglobina causano la produzione di varianti emoglobiniche, con variazioni qualitative della loro struttura molecolare, che possono produrre un gruppo di condizioni patologiche definite âemoglobinopatieâ.
Sono note piÚ di seicento varianti emoglobiniche, la cui identità può essere dimostrata con metodi elettroforetici (ad esempio le emoglobine HbS, HbC, HbE, HbD, HbG, HbH, HbI e Hb Lepore).
Lo screening dei profili emoglobinici viene normalmente effettuato mediante elettroforesi a pH alcalino. Le varianti emoglobiniche possono occupare posizioni nel tracciato che sono chiaramente distinte da quelle occupate dalle emoglobine normali, rendendo cosĂŹ la loro identificazione molto semplice. La maggior parte delle emoglobine varianti, però, ha mobilitĂ elettroforetica uguale a quella delle frazioni normali, ponendo il problema della distinzione tra un aumento vero di una frazione normale e lâaumento dovuto alla presenza di una emoglobina variante.
Lâelettroforesi su gel dâagarosio a pH acido fornisce un metodo per identificare le emoglobine varianti che non sono state risolte con lâelettroforesi a pH alcalino.
Principio del test
Le emoglobine normali e la maggior parte delle varianti presentano ciascuna una diversa mobilitĂ elettroforetica e possono essere risolte in base alla loro carica netta mediante elettroforesi su piastra di gel dâagarosio contenente una soluzione tampone a pH acido. Questo metodo permette di separare le varianti emoglobiniche che si sovrappongono nel tracciato elettroforetico a pH alcalino. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Blu Acido, decolorata ed asciugata.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE606K | KIT PER LIPOPROTEINE | 13 | 130 |
SRE621K | 26 | 260 |
Destinazione dâuso
I kit per lâElettroforesi delle Lipoproteine permettono di separare le lipoproteine del siero umano mediante elettroforesi su piastre di gel dâ agarosio. I tracciati vengono sottoposti ad ispezione visiva per lâindividuazione di anomalie, quali variazioni delle bande o comparsa di nuove bande. La densitometria dei tracciati permette la valutazione quantitativa delle frazioni lipoproteiche.
Le lipoproteine sono complessi macromolecolari circolanti che trasportano i lipidi ai vari tessuti nei quali svolgono le loro funzioni metaboliche. Le lipoproteine hanno una forma sferica e contengono nel loro nucleo trigliceridi ed esteri del colesterolo, mentre i fosfolipidi ed il colesterolo libero sono distribuiti esternamente. Sulla superficie si trovano anche proteine specifiche dette apolipoproteine (ad esempio Apo A, Apo B, Apo C) che legano i lipidi.
Le lipoproteine sono state classificate in base alle loro proprietĂ fisiche e chimiche. Lâultracentrifugazione permette di separare le lipoproteine, in base alla loro densitĂ , in varie frazioni dette chilomicroni, lipoproteine ad alta densitĂ (HDL), lipoproteine a densitĂ intermedia (IDL), lipoproteine a bassa densitĂ (LDL), lipoproteine a densitĂ molto bassa (VLDL). Ad eccezione delle lipoproteine LDL che contengono un solo tipo di apolipoproteina, le altre classi di lipoproteine vengono trasportate da piĂš tipi di apolipoproteine la cui percentuale varia in base alla classe della lipoproteina.
Lâelettroforesi delle frazioni lipoproteiche, su piastre di gel dâagarosio a pH alcalino produce quattro bande chiamate Alfa (anodica), Pre-Beta, Beta e Chilomicroni che restano al punto di applicazione. Ciascuna frazione contiene una diversa combinazione di colesterolo, gliceridi, esteri del colesterolo e proteine.
I disturbi del metabolismo lipidico vengono definite âdislipoproteinemieâ ed includono lâipercolesterolemia, o lâaumento dei trigliceridi plasmatici e/o del colesterolo. Questi disturbi producono tracciati lipoproteici anomali ed in alcune condizioni patologiche possono fornire informazioni cliniche importanti poichĂŠ molte condizioni di squilibrio lipoproteico presentano la stessa concentrazione dei diversi tipi di lipidi.
Principio del test
Lâelettroforesi separa le diverse classi di lipoproteine in base alla loro mobilitĂ specifica quando vengono sottoposte allâazione di un campo elettrico. Con la procedura Interlab le lipoproteine vengono separate a pH alcalino mediante elettroforesi zonale su piastre di gel dâagarosio. Al termine della separazione elettroforetica delle bande, la piastra di gel dâagarosio viene essiccata, colorata con Nero Sudan, decolorata ed asciugata. I tracciati vengono quindi sottoposti a scansione, ed è possibile visualizzare i risultati densitometrici insieme al grafico
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE612K | KIT PER ISOENZIMI LDH | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâelettroforesi degli isoenzimi LDH permette la separazione e determinazione qualitativa e quantitativa gli isoenzimi della Lattato Deidrogenasi nel siero umano, mediante elettroforesi su gel agarosio e specifica rivelazione enzimatica.
La Lattato Deidrogenasi (LDH) è un enzima che catalizza lâossidazione reversibile del lattato a piruvato utilizzando il NAD+ come accettore di idrogeno, con formazione di NADH. Ă un enzima presente in quasi tutti i tessuti del corpo umano, in particolare nel fegato, nel cuore, nei muscoli scheletrici, nei reni, nei polmoni, nei globuli rossi e globuli bianchi.
Lâenzima ha un peso molecolare di circa 134000 Da ed è un tetramero costituito dalla associazione di quattro catene polipeptidiche (subunitĂ ) di due tipi differenti: M (dallâinglese âmuscleâ) ed H (dallâinglese âheartâ). Le diverse possibili combinazioni dei due tipi di subunitĂ nel formare il tetramero danno origine a cinque forme molecolari diverse, chiamate isoforme o isoenzimi. Ciascuna isoforma presenta una diversa mobilitĂ elettroforetica.
LâLDH è utilizzato come marcatore di danno tissutale o cellulare perchĂŠ viene rilasciato nel sangue dalle cellule quando sono danneggiate o distrutte.
Le variazioni qualitative e/o quantitative dellâelettroforesi degli isoenzimi LDH, forniscono quindi informazioni utili nella diagnosi di molte patologie.
Principio del test
Le isoforme della LDH vengono separate in base alla loro diversa mobilitĂ elettroforetica su gel di agarosio. Dopo lâelettroforesi, gli isoenzimi vengono rivelati tramite incubazione con una specifica reazione enzimatica producendo precipitati con colorazione proporzionale allâattivitĂ enzimatica LDH.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE610K | KIT PER ISOENZIMI ALP | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâelettroforesi degli isoenzimi ALP permette di effettuare lâidentificazione quantitativa e qualitativa degli isoenzimi della Fosfatasi Alcalina nel siero umano, mediante elettroforesi su gel dâagarosio e specifica rivelazione enzimatica.
La Fosfatasi Alcalina (ALP) è un enzima presente in tutti gli organi e i tessuti e presenta le concentrazioni piĂš elevate nel fegato, nei dotti biliari, nella placenta e nellâosso. Il tessuto danneggiato o interessato da una condizione patologica rilascia gli enzimi nel sangue, pertanto si osservano valori molto alti della ALP sierica in molte condizioni cliniche, inclusa la patologia ossea. La ALP sierica aumenta anche in alcune situazioni normali (ad esempio durante il normale accrescimento osseo) o in risposta alla somministrazione di alcuni farmaci.
Esistono varianti multiple della ALP chiamate isoenzimi. I diversi tipi di isoenzimi, ciascuno con una sua propria struttura, sono identificabili in tessuti differenti (ad esempio lâisoenzima osseo ed epatico della ALP presentano strutture differenti) ed è possibile quantificarli separatamente in laboratorio. Il test degli isoenzimi della ALP va effettuato quando è necessario distinguere la sede anatomica, organo o tessuto, interessata dalla condizione patologica.
Principio del test
Gli isoenzimi della ALP vengono separati in base alla loro mobilitĂ sulla piastra di gel dâagarosio. Ă noto che la presenza di gruppi di acido sialico aumenta la mobilitĂ elettroforetica delle proteine e che gli isoenzimi ALP sono sialati a diversa gradazione. Il trattamento con Neuraminidasi permette la rimozione dei residui di acido sialico e la conseguente riduzione della mobilitĂ elettroforetica di alcuni componenti della fosfatasi alcalina. La Fosfatasi Alcalina Intestinale differisce dalle fosfatasi di altri tessuti perchĂŠ priva di acido sialico, pertanto, non verrĂ influenzata dal trattamento con Neuraminidasi. Dopo la migrazione ciascuna frazione può essere evidenziata con una specifica reazione enzimatica producendo precipitati con colorazione proporzionale allâattivitĂ enzimatica ALP. Al termine dellâanalisi sarĂ possibile confrontare le corse elettroforetiche dei diversi isoenzimi ALP paragonando le mobilitĂ elettroforetiche influenzate dal trattamento con Neuraminidasi.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE611K | KIT PER ISOENZIMI CK | 13 | 130 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâelettroforesi degli isoenzimi CK viene utilizzato per la determinazione qualitativa e quantitativa degli isoenzimi della Creatina-chinasi nel siero umano attraverso lâelettroforesi su gel di agarosio e specifica rivelazione enzimatica.
La Creatina-chinasi (CK) è un enzima di trasferimento di energia intra-cellulare presente nel citoplasma e allâinterno dei mitocondri delle cellule muscolari. La CK è presente in diversi tessuti umani, in particolare nel cervello, e nei muscoli scheletrici e del miocardio.
Si possono distinguere 2 subunitĂ molecolari del CK, chiamate M e B, in quanto isolate rispettivamente da Muscolo (dallâinglese Muscle) e Cervello (dallâinglese Brain). Ciascun Isoenzima CK è formato da una molecola dimerica di 2 subunitĂ . La CK presente nelle cellule del cervello è composta da 2 subunitĂ di tipo B ed è chiamata CK-BB. La CK presente nelle cellule muscolari è composta da 2 subunitĂ di M ed è quindi chiamata CK-MM. La CK presente nelle cellule muscolari cardiache è composta da 1 subunitĂ di tipo M e da 1 subunitĂ di tipo B ed è chiamata CK-MB. Il piĂš importante uso degli isoenzimi CK è nella diagnosi di danno miocardico.
Principio del test
Gli isoenzimi CK sono separati in base alla loro diversa mobilitĂ elettroforetica su gel di agarosio.
Dopo lâelettroforesi, gli isoenzimi vengono rivelati tramite incubazione con una specifica reazione enzimatica producendo precipitati con colorazione proporzionale allâattivitĂ enzimatica CK.
RIF | DESCRIZIONE | CAMPIONI PER GEL | TEST PER KIT |
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SRE622K | KIT PER ISOELETTROFOCALIZZAZIONE DEL CSF | 6 | 60 |
Destinazione dâuso
Il kit per lâisoelettrofocalizzazione del CSF permette lâidentificazione qualitativa di bande oligoclonali in siero e liquido cefalorachidiano (CSF) usando isoelettrofocalizzazione e immunoblotting.
Viene utilizzato al fine di consentire la rilevazione cromogenica di immunoglobuline oligoclonali IgG. I profili delle IgG nel siero e nel CSF vengono confrontati visivamente permettendo lâidentificazione di bande oligoclonali originate dalla sintesi intratecale delle immunoglobuline, con lo scopo di fornire supporto alla diagnosi di malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale
Principio del test
La procedura include una fase di isoelettrofocalizzazione su gel dâagarosio e una fase di immunoblotting manuale.
Lâisoelettrofocalizzazione su gel dâagarosio ha lo scopo di separare le proteine contenute nei campioni di siero e CSF secondo il loro punto isoelettrico. Le fasi di immunoblotting hanno lo scopo di trasferire le proteine su una membrana.
L’incubazione della membrana di trasferimento con Antisiero Anti-Hu IgG permette di rilevare bande IgG oligoclonali con elevata sensibilitĂ e di dimostrare la mancanza o eventuali differenze nella distribuzione di IgG nel liquido cerebrospinale e nel siero dello stesso paziente.